Napoli in piazza contro le armi in mano ai ragazzini: “Con 80 euro si compra on-line una pistola finta”

In piazza operatori sociali, mondo cattolico e istituzioni contro al diffusione delle armi in città. Il “Decreto Caivano” considerato inutile, chiedono più risorse e non distinguere tra giovani “buoni e cattivi”.
A cura di Antonio Musella
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Circa 500 persone si sono ritrovate a Piazza del Gesù nel centro di Napoli per manifestare contro la diffusione delle armi tra i giovani. I fatti di cronaca delle ultime settimane hanno acceso i riflettori su un fenomeno che sta insanguinando la città.

Prima la morte di Emanuele Tufano a 15 anni, ucciso a colpi di pistola, poi l'omicidio del giovane Santo Romano, 19 anni, freddato in piazza a San Sebastiano al Vesuvio al culmine di una lite per futili motivi, infine la morte di Arcangelo Correra, 18 anni, colpito da un proiettile alla testa in via dei Tribunali in circostanze ancora da chiarire.

Una sequenza impressionante di fatti di sangue che ha scosso la città. Operatori sociali, intellettuali, ma anche rappresentanti istituzionali hanno risposto all'appello lanciato da moltissime associazioni, tra cui Libera e Alex Zanotelli. In piazza anche un messaggio dell'arcivescovo Mimmo Battaglia. Il Sindaco: "Quello che abbiamo messo in campo non è sufficiente".

Una pistola scacciacani costa 80 euro

L'arma viene mostrata in piazza dal palco da Gianfranco Wurzburger, animatore dell'associazione Asso.Gio.Ca, che opera nel Rione Mercato. È una pistola, pesante, uguale a quelle delle forze dell'ordine, ha il tappino rosso, è finta, ma è facilmente modificabile. È la classica "scacciacani". È stata comprata online su una normalissima, quanto famosissima, piattaforma di acquisti. "Non viene chiesto un documento, basta una carta di credito e con 80 euro ti compri la pistola – ci dice Wurzburger mentre ci mostra l'arma – è facilmente modificabile, e sono queste le armi con cui i giovani stanno impazzando la centro storico. Pochi giorni di attesa e ti arriva direttamente a casa".

Alla pistola basterà togliere il tappo rosso, bucare la canna otturata. Così potrebbe essere in grado di sparare proiettili di piccolo calibro come i 7.65. Ma poi ci sono i coltelli, i machete, le pistole vere, i taser, gli spray urticanti: ormai la diffusione di armi ha raggiunto la proporzione delle grandi metropoli europee che però, bisogna sottolinearlo, sono molto più grandi e popolose di Napoli. In piazza ci sono gli operatori delle educative territoriali, quelle del Rione Sanità, di Ponticelli, di Scampia, di Secondigliano, sono quelle persone che materialmente vanno in strada a provare a recuperare i ragazzi che si sono persi.

Il sindaco Manfredi: "Insufficiente ciò che viene fatto"

Ciò che attualmente viene messo in campo dalle istituzioni non è sufficiente, lo riconosce anche il sindaco, Gaetano Manfredi, arrivato in piazza per ascoltare, senza intervenire dal palco. "Non è mai sufficiente, se questi fenomeni sono ancora così presenti è chiaro che quello che abbiamo messo in campo non basta, le nostre attività non sono sufficienti". Per ora le uniche risposte arrivate su questi territori sono quelle del governo Meloni, con il famigerato "Decreto Caivano" che non ha certo prodotto effetti significativi sulla diffusione del fenomeno. "Quel decreto è stato fuorviante – ci dice lo scrittore Maurizio Braucciaumentare le pene verso ragazzi che sono come dei cani feroci, non serve a nulla, non gli puoi promettere la pena in canile, per questo è stato fuorviante quel provvedimento". Intanto la storia recente di Napoli ci parla sempre di più di minori al centro di fatti di sangue. "Già con le morti di Ugo Russo e Davide Bifolco, bisognava capire quello che stava accadendo – sottolinea Braucci – invece qui ci limitiamo a fare la differenza tra buoni e cattivi, e questa differenza ci impedisce di analizzare bene il fenomeno". Già perché sembra questo l'esercizio più in voga: muore un minorenne e bisogna stabilire se era buono o cattivo. Come se la morte di un ragazzo di 15, 16, 17 o 18 anni fosse una cosa accettabile.

La pistola modificabile comprata su internet per 80 euro
La pistola modificabile comprata su internet per 80 euro

Gli operatori: "Il tessuto urbano si sta sfaldando"

Chi è in piazza lo è a partire, nella stragrande maggioranza, dal proprio impegno professionale, oppure dalle esperienze di aggregazione. Ci sono gli operatori delle cooperative, gli scout, i ragazzi dei centri territoriali, qualcuno dei centri sociali, qualche circolo del Pd, i rappresentanti di Sinistra Italiana, qualche deputato e consigliere regionale. Manca un pezzo consistente di città. "La città non è abbastanza scossa – dice Braucci – questo è preoccupante, questo è un problema che riguarda tutti, anche chi ha i figli che escono la sera e li attende con ansia che ritornano". Non esistono soluzioni semplici, così come la mera repressione non è una soluzione di per sé, come dimostra il fallimento della ricetta del governo. "La tragedia di Napoli è il rapporto tra l'educazione ed i ragazzi che sta sfuggendo di mano completamente" ci dice Roberto D'Avascio, di Arci Movie Ponticelli. "I tantissimi giovani che Napoli ha stanno soffrendo tantissimo e le strutture, la capacità di impegno, il raccoglierli dalla strada, è diventato sempre più difficile. Sia per le risorse che sono poche, sia per le persone che sono disponibili ad aiutarci, e soprattutto per un tessuto urbano che si sta sfaldando sempre di più".

Quello che sembra mancare è una visione d'insieme che tenga dentro tutte le sfere sociali in cui i minorenni e gli adolescenti sono inseriti. "Quando diciamo scuole aperte di pomeriggio non teniamo conto che un docente di sport, o di musica, o un maestro ceramista, può far venire fuori una voglia di apprendimento che non esce su altri ambiti" ci dice Amalia Aiello della Rete educativa del Rione Sanità. "I ragazzi possono motivarsi all'apprendimento attraverso linguaggi diversi, ma manca un raccordo tra gli interventi, manca un'idea di insieme" sottolinea. Dal palco arriva anche il messaggio di Don Mimmo Battaglia, letto da Suor Marisa Petrella, direttrice della Caritas di Napoli. Alex Zanotelli, che proprio a Fanpage.it aveva parlato di una borghesia napoletana che odia le periferie, interviene dal palco chiedendo interventi urgenti delle istituzioni e richiamando alla necessità di fare rete. Una piazza che non sembra avere una rivendicazione univoca, non sembra avere un programma, complesso da trovare in questo momento. Ma è una piazza che sente l'urgenza di fare qualcosa, di manifestare un disagio, una paura, una preoccupazione, da cittadini prima ancora che da operatori del settore.

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